In territorio italiano nel corso del 2024 sono state svolte diverse attività, in particolare si è proseguito con la presentazione del libro “Un Po di sete” con cui si è contribuito a finanziare l’associazione, una cena al buio e l’evento finale del progetto di irrigazione.
Venerdì 21 giugno u.s., infatti, a Tronzano Vercellese, presso l’Osteria della Mal’Ora si è tenuto la serata-evento finale del progetto di Apicoltura razionale e irrigazione – finanziato anche con il contributo 8xmille della Chiesa Valdese – che l’Associazione “Il Vercellese… verso Santa Cruz” ETS con sede in Santhià – sta portando avanti da alcuni anni. Nel corso della serata i partecipanti, oltre a gustare alcuni piatti tipici capoverdiani, abilmente preparati dallo Chef Davide Posillipo e dal sous chef capoverdiano Dany, la presidente della Associazione Vercellino Germana ha raccontato – anche attraverso la proiezione di immagini – le attività condotte sull’Isola di Santiago, mentre Massimo Bignardi, responsabile della condotta Slow Food di Vercelli, ha presentato il progetto “10.000 orti in Africa” che si intende realizzare a Capo Verde in conseguenza della collaborazione che esiste da alcuni anni tra le due entità.
“Nel corso di un precedente evento, ha spiegato Massimo, sono già stati raccolti i fondi per realizzare uno degli orti”. Ora bisognerà definire – nel corso della prossima missione che avverrà con rappresentanti delle due Associazioni – luogo e gruppo di persone cui sarà destinato il progetto. Germana ha già incontrato alcuni gruppi sulle isole di Santiago e di Sao Vicente che potrebbero usufruire dell’iniziativa ma sarà cura di Slow Food decidere dove e con chi.
Nel frattempo, pur essendo terminata anche la fase 2 del progetto di apicoltura razionale, l’Associazione “Il vercellese…verso Santa Cruz” proseguirà la raccolta fondi per continuare a dare il proprio supporto per la manutenzione e installazione di impianti di irrigazione stante la situazione di siccità perdurante da anni.
La serata è stata molto piacevole per tutti, soprattutto grazie anche alla presenza di alcuni giovani capoverdiani residenti nel vercellese e nel biellese che – oltre a conoscersi e a scoprire che alcuni di loro provengono dalla stessa zona di Capo Verde – hanno improvvisato “un po’ di folclore capoverdiano”